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- 22 Ottobre 2024
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Arti Marziali e Psicoterapia
Introduzione
La teoria dei costrutti personali di George Kelly (1955) propone che ogni individuo utilizzi un sistema di significati per interpretare il mondo e prevedere gli eventi. Questi costrutti personali fungono da lenti cognitive, ma possono diventare rigidi o imprecisi, generando disagio psicologico. In questo contesto, la psicoterapia ha il compito di aiutare il paziente a rivedere e revisionare i propri costrutti, promuovendo una maggiore flessibilità cognitiva e adattamento. Un contesto particolarmente efficace per stimolare tale revisione è rappresentato dalle arti marziali e dagli sport da combattimento, che mettono l’individuo di fronte a situazioni nuove e stressanti, favorendo il cambiamento dei significati personali.
Il Ruolo delle Arti Marziali nella Revisione dei Costrutti
Le arti marziali offrono un’esperienza diretta di confronto con sé stessi e con l’ambiente, costringendo il praticante a modificare la propria percezione di sé e del mondo. Un individuo che si percepisce vulnerabile, ad esempio, può sviluppare un nuovo costrutto di forza personale, migliorando la propria capacità di affrontare le sfide della vita. Il processo di apprendimento e adattamento richiesto nelle arti marziali diventa, quindi, un mezzo per ristrutturare costrutti rigidi o disfunzionali.
Confronto con la Paura e Tolleranza all’Incertezza
Un aspetto fondamentale degli sport da combattimento è il confronto con la paura e l’incertezza. Kelly sostiene che la rigidità dei costrutti personali spesso deriva dalla difficoltà di tollerare l’incertezza e il cambiamento. Il praticante di arti marziali è continuamente esposto a situazioni imprevedibili, nelle quali deve adattarsi rapidamente. Questo processo di esposizione controllata contribuisce a ridurre l’ansia e ad aumentare la capacità di affrontare situazioni imprevedibili nella vita quotidiana.
Sperimentazione Attiva e Costruzione di Sé
Nell’approccio interattivo-costruttivista, il paziente è incoraggiato a sperimentare nuovi modi di pensare e agire. Le arti marziali forniscono un contesto ideale per questa sperimentazione attiva, in cui l’individuo esplora nuove percezioni di sé, testa i propri limiti e ristruttura costrutti disfunzionali. Un individuo che si considera debole può gradualmente sviluppare un costrutto di autoefficacia e controllo personale, modificando profondamente il proprio modo di interpretare la realtà.
Incremento dell’Autoefficacia
Il concetto di autoefficacia, introdotto da Albert Bandura (1977), si riferisce alla convinzione di poter influenzare il proprio ambiente e gestire le sfide della vita. Gli sport da combattimento favoriscono lo sviluppo dell’autoefficacia, poiché i praticanti sperimentano progressivamente un maggiore controllo su sé stessi e sulle proprie reazioni. Questo cambiamento si riflette in una riduzione dell’ansia, un miglioramento della fiducia in sé e una maggiore capacità di affrontare le difficoltà quotidiane.
Riduzione dello Stress e Miglioramento Cognitivo
L’attività fisica ha effetti benefici sulla salute mentale, tra cui la riduzione dello stress e il miglioramento dell’umore attraverso il rilascio di endorfine e neurotrasmettitori. Da un punto di vista interattivo-costruttivista, questa riduzione dello stress facilita l’esplorazione di nuovi costrutti e favorisce una maggiore flessibilità mentale. Inoltre, le arti marziali insegnano la gestione dell’arousal e delle emozioni, strumenti che possono essere trasferiti ad altri ambiti della vita.
Conclusioni
Le arti marziali rappresentano un potente strumento per la revisione dei costrutti personali e il miglioramento della salute mentale. Attraverso l’esplorazione del sé, il confronto con la paura e l’incertezza e l’aumento dell’autoefficacia, i pazienti possono sviluppare nuove prospettive più funzionali alla propria esistenza. La loro integrazione in un percorso psicoterapeutico potrebbe rappresentare un’opportunità innovativa per facilitare il cambiamento e il benessere psicologico.
Bibliografia
- Bandura, A. (1977). Self-efficacy: Toward a unifying theory of behavioral change. Psychological Review, 84(2), 191-215.
- Csikszentmihalyi, M. (1990). Flow: The Psychology of Optimal Experience. Harper & Row.
- Deci, E. L., & Ryan, R. M. (1985). Intrinsic Motivation and Self-Determination in Human Behavior. Springer.
- Kelly, G. A. (1955). The Psychology of Personal Constructs. Norton.
- Lazarus, R. S., & Folkman, S. (1984). Stress, Appraisal, and Coping. Springer.
- Varela, F. J., Thompson, E., & Rosch, E. (1991). The Embodied Mind: Cognitive Science and Human Experience. MIT Press.