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- da interattivamente
- 27 Agosto 2021
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Coinvolgere la persona nel suo percorso di psicoterapia
Molte persone che si rivolgono alla psicoterapia nutrono difficoltà nell’ambito delle relazioni intime e ottengono aiuto nella psicoterapia semplicemente sperimentando un rapporto umanamente autentico con il proprio psicoterapeuta.
Paura dell’intimità
Alcune persone hanno paura dell’intimità perchè credono che vi sia qualcosa di fondamentalmente inaccettabile in loro, qualcosa di ripugnante e imperdonabile. Da questa prospettiva, l’atto di rivelarsi pienamente ad un altro ed essere accettati ugualmente può essere lo strumento terapeutico più efficace del percorso di psicoterapia. Altri possono evitare l’intimità in ragione di timori di sfruttamento, invischiamento o abbandono. Anche per loro l’intimità in cui ci si disvela in una relazione terapeutica intima, generosa e diretta, che non conferma le previsioni di catastrofe e rifiuto, è sicuramente un’esperienza emozionale inedita per la persona e rigenerativa.
Le priorità per lo psicoterapeuta
In coerenza con questo modo di intendere il lavoro psicoterapeutico, per gli psicoterapeuti del Centro di psicoterapia e sessuologia di Padova la costruzione di una relazione umana e comprensiva è un aspetto da cui non si può prescindere, il cui valore è ritenuto persino maggiore a quello delle tecniche psicoterapeutiche. L’attenzione è posta soprattutto ai modi in cui prosegue passo dopo passo il rapporto con il paziente e attraverso un continuo processo di autoriflessività. Il terapeuta è costantemente pronto a cogliere ogni sfumatura di come psicoterapeuta e paziente si considerano reciprocamente: oggi il paziente sembra distante? Competitivo? Disattento ai miei commenti? Si serve di quello che dico in privato, ma rifiuta di riconoscere apertamente il mio aiuto? E’ troppo ossequioso? E’ troppo aggressivo o sfrontato? Esprime troppo raramente obiezioni o disaccordo? E’ distaccato o sospettoso? Quali sono le parole delle sue conversazioni immaginarie con me?
Tutte queste domande sono importanti, e anche altre … Non viene mai lasciata passare l’ora senza verificare lo stato del rapporto paziente-psicoterapeuta, certe volte con domande semplici, tipo: “Come stiamo andando oggi io e lei?”, oppure: ” Come sente lo spazio tra noi oggi?”
L’empatia accurata
Cinquanta anni fa, Carl Rogers, uno psicoterapeuta molto interessante, identificò l’empatia come una delle caratteristiche essenziali di un terapeuta efficace ( insieme all’accettazione positiva e incondizionata e all’ autenticità). La psicoterapia viene potenziata se lo psicoterapeuta entra accuratamente nel mondo del paziente. Le persone traggono un enorme profitto semplicemente dall’esperienza di essere visti appieno e capiti sul serio. Di conseguenza è importante per noi valutare come la persona sperimenta il passato, il presente e il futuro. L’empatia è fondamentale nel presente immediato, cioè nel qui-ed ora della seduta di psicoterapia. Ci pone nella condizione di evitare un errore terapeutico che spesso noi terapeuti commettiamo: quello di presupporre che noi e i nostri pazienti viviamo la stessa esperienza durante le sedute.