Formazione
“Invece che solidificare le proprie conoscenze teoriche e tecniche, il clinico dovrebbe esercitarsi a continue dislocazioni prospettiche. E può farlo solo se è consapevole, autoriflessivamente, del proprio sistema di costruzioni personali e professionali, solo se può vedere la sua posizione di osservatore mentre accosta la multiformità delle teorie e delle esperienze. Non si tratta, quindi, solo di avere quella generica capacità di ascolto richiesta oramai da tutti i modelli clinici, ma di sviluppare una specifica abilità professionale che consiste, più che nell’uso di ciò che si sa, nell’uso di ciò che si è. In questo senso, si può dire che la formazione è una “messa in forma” professionale di un atteggiamento conoscitivo e relazionale che richiede una continua trasformazione personale. Non si può aiutare l’altro a riconoscere il proprio “stile” se non si possiede, in prima persona, uno stile di cui si è consapevoli. Non si può aiutare l’altro a pensare le possibilità se non si è, in prima persona, pensatori del possibile”.
(Prof.ssa Maria Armezzani, Università di Padova)
La formazione in ambito clinico: formazione ECM Padova
Le competenze per l’intervento in ambito clinico possono essere ricondotte alle tre dimensioni di sapere, saper fare e saper essere.
Sapere: riguarda la teoria clinica di riferimento, che guida e definisce le costruzioni del clinico nell’interazione con il paziente. La teoria fornisce sia una griglia di lettura internamente coerente dei fenomeni clinici, e condivisibile professionalmente, sia i criteri generali per decodificare e gestire la relazione con il paziente ai fini del suo cambiamento.
Saper fare: comprende la capacità di costruire in termini professionali il “sistema paziente”, la capacità di pianificare una strategia del processo terapeutico in funzione degli obiettivi concordati e la capacità di utilizzare la relazione terapeutica come strumento del cambiamento. Include, inoltre, l’insieme di competenze specifiche e di abilità tecnico-professionali derivanti dalla propria teoria di riferimento.
Saper essere: concerne la consapevolezza che il clinico deve avere delle caratteristiche del proprio sistema di conoscenze e della propria “teoria del mondo”; consapevolezza che gli consenta di leggere i propri processi cognitivo-emotivi durante il percorso terapeutico e di decentrarsi dai propri schemi personali, per calarsi nel sistema di conoscenza della persona che ha di fronte. In estrema sintesi, è la competenza che, insieme al saper fare, permette al clinico di utilizzare se stesso come strumento del cambiamento nella relazione terapeutica.
La pratica senza teoria è cieca … ma la teoria senza la pratica è muta
(Protagora)L’esperienza senza teoria è cieca, ma la teoria senza esperienza è puro gioco intellettuale
(Immanuel Kant)Una conoscenza superficiale è più dannosa dell’ignoranza.
Si possono conoscere diecimila cose a partire dalla conoscenza profonda di una sola cosa.
(宮本武蔵 Miyamoto Musashi)Il maestro di spada
Un maestro di spada, ormai anziano, dichiarò:
“Nella vita, ci sono diversi gradi di apprendimento. Al primo si studia, ma non si ricava niente, e ci si sente inesperti. Al livello intermedio, l’uomo è ancora inesperto, ma consapevole delle proprie mancanze, e riesce a vedere anche quelle altrui. Al livello superiore diventa orgoglioso della propria abilità, si rallegra nel ricevere lodi, e deplora la mancanza di perizia dei compagni. Costui ha valore e si comporta come se non sapesse nulla.
Questi sono i livelli in generale. Ma ce n’è uno che li trascende, ed è il più eccellente fra tutti. Chi penetra profondamente questa Via è consapevole che non finirà mai di percorrerla. Egli conosce veramente le proprie lacune e non crede mai, per tutta la vita, di aver raggiunto la perfezione. Senza orgoglio, ma con modestia, arriva a conoscere la Via.”Se insegni, insegna anche a dubitare di ciò che insegni (Josè Ortega y Gasset)
E un maestro disse: Parlaci dell’Insegnamento.
E lui disse:
Nessuno può insegnarvi nulla se non ciò che già sonnecchia nell’albeggiare della vostra conoscenza.
Il maestro che cammina all’ombra del tempio tra i discepoli non elargisce la sua sapienza, ma piuttosto la sua fede e il suo amore.
E se davvero è saggio, non vi invita ad entrare nella dimora del suo sapere, ma vi guida alla soglia della vostra mente.
L’astronomo può dirvi ciò che sa degli spazi, ma non può darvi la sua conoscenza.
Il musico può cantarvi la melodia che è nell’aria, ma non può darvi l’orecchio che fissa il ritmo,
né l’eco che rimanda il suono.
E colui che è esperto nella scienza dei numeri può descrivervi il mondo del peso e della misura, ma oltre non può condurvi.
Poiché la visione di un uomo non presta le proprie ali a un altro uomo.
E così come ognuno è solo nella conoscenza di Dio, ugualmente deve in solitudine conoscere Dio e comprendere la terra.K. Gibran
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