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- da interattivamente
- 2 Settembre 2021
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Il buon psicoterapeuta e la buona psicoterapeuta
“La vita non è un valore, ma è una condizione dove il valore può essere vissuto”
Tutti noi sappiamo che ci vuole ben di più della conoscenza e dell’abilità per essere un buon terapeuta. Sono necessarie anche qualità personali, ciò che gli “antichi” chiamavano virtù.
Cosa intendere per Virtù
Si può definire “Virtù” la predisposizione a fare ciò che è bene o che è giusto. Avere la virtù dell’onestà, ad esempio, significa che si restituisce agli altri il dovuto, senza calcolare costi e benefici dell’essere onesto. Naturalmente, la virtù è sempre definita e praticata entro una tradizione culturale, religiosa o professionale. Le norme di un comportamento virtuoso si modificano nel tempo, ma tutte le culture hanno delle opinioni riguardo alle qualità di una persona buona.
Breve storia del costrutto di Virtù
L’etica della virtù era diffusa tra i filosofi umanisti greci – si pensi a Socrate come uomo di saggezza e di coraggio- e tra i filosofi scolastici come Tommaso d’Aquino. Tuttavia, l’etica della virtù cadde in disgrazia dopo il Medioevo. Quando, Benjamin Franklin e altri, nel Diciottesimo secolo resuscitarono le virtù, le definirono sotto forma di qualità desiderabili per il borghese, protagonista di quel periodo storico. In seguito l’etica delle virtù passò in secondo piano, tornando in superficie solo negli ultimi quindici anni, periodo in cui stato uno dei principali interessi presso i filosofi.
Le ragioni di un rinnovato interesse
Uno dei motivi principali per questo riacceso interesse per l’etica e le virtù, è lo stesso per il quale gli operatori sanitari possono trarre beneficio dal considerare la virtù: non possiamo eludere la centralità della persona che stia prendendo delle decisioni morali o fornendo cure mediche o psicologiche.
L’etica della psicoterapia, nel nostro caso, è generalmente dominata dall’approccio a indirizzo normativo: rispettare la segretezza, promuovere gli interessi dei pazienti più che i propri, esercitare nei limiti della propria competenza, ecc.. Queste regole stabiliscono i limiti esterni del comportamento etico dei terapeuti, ma non arrivano a trattare degli aspetti personali dello psicoterapeuta e il modo in cui questo influenza la relazione terapeutica e il successo della psicoterapia.
Quale è il nucleo della psicoterapia dal quale emergono le virtù necessarie per un buon psicoterapeuta?
L’essenza morale di una professione sanitaria è la relazione speciale che la sofferenza e la risposta alla sofferenza creano tra chi cura e il paziente. Le virtù di particolare interesse sorgono dal legame di partecipazione (che comprende guarire, farsi carico, curare) e la pubblica fiducia implicita nell’impegno a prendersi cura dell’altro.
Una delle principali virtù per i terapeuti, dunque, come per tutti gli operatori sanitari, è la capacità e la predisposizione a farsi carico di coloro che ci affidano la propria sofferenza. Forse ancor più che negli altri settori della salute, il legame di partecipazione che lo psicoterapeuta offre ai pazienti è il nucleo del processo e il veicolo centrale della nostra efficacia. La prova empirica di questa affermazione si trova nei molti decenni di ricerca che dimostra che la capacità dello psicoterapeuta di creare un’atmosfera calda ed accogliente, è una componente principale della guarigione in ogni forma di psicoterapia. La sua assenza è una delle ragioni principali dell’insuccesso terapeutico.
[…] “Il terapeuta costruttivista ha ancora un altro dovere, che consiste nell’esprimere le sue migliori qualità umane affinché il cliente le possa utilizzare. L’esigenza è che il terapeuta metta a disposizione del cliente la parte migliore di sé.”
(Franz R. Epting)