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Home › Blog › La comunicazione patologica
  • Articoli Psicoterapia
  • da interattivamente
  • 20 Febbraio 2020
  • 0

La comunicazione patologica

La comunicazione è il mezzo che rende possibile l’interazione tra la persona e l’ambiente , condizione indispensabile per lo sviluppo dell’identità personale e per lo sviluppo della capacità di instaurare relazioni interpersonali soddisfacenti  nell’arco della propria vita.

La comunicazione consiste in messaggi che possono essere verbali oppure non verbali. Nel primo caso i messaggi avvengono per mezzo della parola, nel secondo attraverso l’azione. Pur essendo entrambi fondamentali, è senza dubbio grazie alla parola che prende consistenza e significato quella che chiamiamo realtà, nelle descrizioni dell’ambiente che ci circonda, di avvenimenti, di situazioni, di idee, di esperienze, di emozioni e di sentimenti. Essa non solo permette di formare, modificare e condividere con altri la propria visione del mondo, ma anche di far nascere e mantenere i rapporti degli individui fra loro.

La pragmatica della comunicazione

La pragmatica della comunicazione non si occupa unicamente del linguaggio verbale, della struttura e del suo significato, ma mette in risalto tutti i fatti espressivi che hanno valore comunicativo: i gesti, la posizione, la mimica, gli atteggiamenti.

Sono stati definiti cinque assiomi che sintetizzano le caratteristiche principali della comunicazione.

I Assioma: Non si può non comunicare

Questo primo assioma è conseguenza del presupposto che non si può non avere un comportamento, ovvero, il comportamento non ha il suo opposto: non esiste qualcosa che si possa identificare come un non comportamento. Se è impossibile non avere un comportamento, di conseguenza, è impossibile evitare di comunicare. L’intero comportamento, inteso in questo senso, ha quindi valore di messaggio, vale a dire è comunicazione.  Qualsiasi atto non compiuto o evento che non si verifica può, pertanto, avere valore di messaggio, vale a dire di comunicazione. La non comunicazione, quindi, invia un messaggio il cui contenuto deve essere decifrato dal destinatario. Perché tale messaggio assuma un qualsiasi significato, è vincolato dalla condizione che esista un sistema comunicativo, il quale prevede un emittente (da cui proviene il messaggio), un interlocutore (che lo riceve) ed un codice (linguaggio), condiviso da entrambi. I comportamenti diventano segni, grazie ad una decisione del destinatario (educato a convenzioni culturali) o ad una decisione da parte dell’emittente. Assume quindi grande rilevanza l’analisi del contesto condiviso dagli attori della comunicazione stessa, cioè del sistema.

Ogni sistema, come può essere una famiglia, è definito dai ruoli e dalle categorie che ciascun componente adotta. Al suo interno è di fatto impossibile per ognuno evitare di ridefinirsi rispetto a tali ruoli e regole, qualsiasi movimento comunicativo venga messo in atto. Perché si attui un continuo riequilibrio che permetta al contesto di assestarsi rispetto a qualsiasi cambiamento, è necessario che gli interlocutori della relazione siano consapevoli del proprio ruolo e in grado di definirlo rispetto a se stessi e agli altri. Questo è possibile attraverso la metacomunicazione.

II Assioma: Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione

Secondo questo assioma una comunicazione non soltanto trasmette informazioni (contenuto), ma si esprime anche attraverso comportamenti. Nell’ambito di una relazione è possibile, qualora ritenga necessario, definire meglio quanto si intendeva dire, cioè classificare il contenuto. Ad esempio: due persone si incontrano e un esclama: “Come sei in forma oggi!”. La frase coglie di sorpresa l’interlocutore, che, non avendo chiuso occhio durante tutta la notte, chiede: “Sei sincero o stai scherzando?”. Se la relazione trai due è alla pari e confidenziale, la richiesta determina la metacomunicazione. Ciò significa, letteralmente, comunicare sulla comunicazione, ovvero parlare e discutere su quanto si è detto. Si può facilmente comprendere che, quanto più una relazione è spontanea e sana, tanto più l’aspetto relazionale della comunicazione non crea equivocio ambiguità rispet- to all’aspetto di contenuto. La metacomunicazione assume quindi una funzione essenziale di regolazione ed è grazie ad essa che gli interlocutori possono precisare il senso che danno al loro messaggio e rettificare in questo modo gli eventuali errori di ricezione e interpretazione del loro interlocutore.

III Assioma: La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra comunicanti

Questo assioma focalizza l’attenzione sull’importanza dell’organizzazione degli eventi comunicazionali e della lettura che ne dà ciascun componente del sistema. Questi fattori costituiscono quella che è stata definita come la ‘punteggiatura’ della sequenza di eventi. Per chiarire, esemplifichiamo con un caso che si può verificare in una classe: l’insegnante rimprovera uno scolaro perché sta parlando con un compagno e quindi non è attento alla lezione, mentre lo scolaro ha bisogno di rivolgersi al compagno proprio per capire meglio quanto l’insegnate sta dicendo. L’insegnante vede solo la relazione di causa-effetto lineare: “Io spiego e lui chiacchiera”. L’alunno vede solo la relazione di causa-effetto lineare: “L’insegnante non mi permette di chiarire i miei dubbi”. Un osservatore esterno è in grado di individuare che l’impasse comunicativa è determinata dalle differenti punteggiature che vengono date all’evento, da una parte dall’insegnante, dall’altra dall’alunno. Chiamiamo quindi punteggiatura il modo secondo cui l’insegnante o l’alunno vedono rispettivamente la vicenda della sequenza.

IV Assioma: Gli esseri umani comunicапo sia con il modulo numerico che con quello analogico

Questo quarto assioma indica che la comunicazione avviene attraverso due moduli, numerico e analogico, reciprocamente complementari e dipendenti l’uno dall’altro in modi spesso molto complessi. L’uomo è il solo organismo vivente che usi simultaneamente entrambi i moduli: questo gli consente un maggior controllo sull’ambiente e su se stesso. Il linguaggio numerico ha una sintassi logica di estrema efficacia ma carente di semantica, mentre il linguaggio analogico ha una semantica adeguata ma difetta di sintassi’.

Ad esempio, è semplice analogicamente esprimere il messaggio “Ti picchierò se…”, ma è estremamente difficile, se non impossibile, segnalare “Non ti picchierò”. Un modo per risolvere il problema del come segnalare la negazione usando il modulo analogico è quello di simulare l’azione che si vuol negare. Il rituale può fungere a questo scopo, in quanto riproduce il materiale del messaggio in modo stilizzato e ripetitivo. Il rito si situa nell’area transazionale tra l’analogia e il simbolo. Anche quando la traduzione da analogico a numerico sembra adeguata la comunicazione a livello di relazione può essere poco persuasiva. Ad esempio, due fidanzati sono seduti al bar: lei guarda lui con sguardo amorevole e lo accarezza (modulo analogico), lui le dice “ti voglio bene” (modulo numerico), ma guarda rapito una bella che gli passa accanto (modulo analogico). Nel secondo caso si crea contraddizione fra i due moduli.

V Assioma: Tutti gli scambi di comunicazione sono tendenzialmente simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza

Questo assioma identifica due possibili modalità di interazione fra due o più persone: di parità (simmetria) o di differenza (complementarietà). Nella relazione del primo tipo i modelli relazionali tendono a rispecchiare il comportamento dell’altro, ed è caratterizzata dall’uguaglianza comportamentale e/o da una minimizzazione della differenza. Nella relazione del secondo tipo, il comportamento del partner completa o sostiene quello dell’altro, ed è caratterizzata dalla enfatizzazione della differenza. In questo caso, mentre un partner assume la posizione one-up (primaria, superiore), l’altro tiene la posizione corrispondente, one-down (inferiore, secondaria). A questo proposito Watzlawick (1976) afferma che: “un partner non impone all’altro una relazione complementare o simmetrica, ma piuttosto ciascuno si comporta in un modo che presuppone il comportamento dell’altro, mentre al tempo stesso gliene fornisce le ragioni”.

In altri termini, la posizione che ciascun partner assume è determinata dalla natura della relazione stessa che non è definibile di per sé. L’asimmetria e la complementarietà non sono in se stesse né buone né cattive ma corrispondono a modelli di relazione differenti e possono alternarsi in uno stesso individuo a seconda dei contesti ea seconda della natura del suo partner (Marc e Picard, 1996). L’identificazione dell’interdipendenza dei comportamenti dei partner fra di loro ha permesso di porre le basi peri successivi sviluppi della psicoterapia sistemica relazionale.

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