
- Pensieri psicoterapeutici
- da interattivamente
- 12 Febbraio 2019
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La dignità’ una volta persa non torna più
” Ho vissuto la mia vita come un lupo degno, ho cacciato molto e ho diviso con i miei fratelli tante prede, cosi’ adesso sto morendo felice. Invece tu vivrai la tua vita nella vergogna, da solo, in un mondo a cui non appartieni, perche’ hai rifiutato la dignità’ di lupo libero per per avere la pancia piena. Sei diventato indegno. Ovunque andrai, tutti ti tratteranno con disprezzo, non appartieni ne’ al mondo dei lupi ne’ a quello degli uomini….. Cosi’ capirai che la fame viene e passa, ma la dignità’ una volta persa non torna più’ “. (Da Educazione Siberiana di N. Lilin)
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Emanuele
Vorrei capire perché la dignità una volta persa non torna più
interattivamente
Gentilissimo Emanuele, la dignità comporta, implica, vivere con Virtù la propria vita, in modo tale da poterla scegliere. Le riporto la definizione:
dignità s. f. [dal lat. dignĭtas -atis, der. di dignus “degno”]. – 1. a. [nobiltà morale dell’uomo: difendere la propria d.] ≈ amor proprio, decoro, distinzione, (non com.) elevatezza, onore, reputazione, rispettabilità. ↑ orgoglio. ↔ indegnità. b. (estens.) [rispettabilità di istituzioni e luoghi: offendere la d. dei luoghi di culto] ≈ decoro, reputazione, rispettabilità. c. [aspetto improntato a grave e composta nobiltà: la d. di un volto] ≈ austerità, severità. ↑ fierezza.
Stando quindi ai significati del termine, risulta conseguenziale che nell’attimo stesso in cui si cessa di vivere secondo virtù la propria vita, viene a mancare in automatico la stessa dignità dell’esistenza. Gli spartani, riporta Plutarco, avevano uno specifico modo di dire:
‘Η ταν ή επί τας, in latino “aut cum scuto aut in scuto”, cioè o con lo scudo o sullo scudo per significare che il guerriero spartano doveva tornare avendo combattuto (con lo scudo) o fare ritorno sul suo scudo (ucciso in battaglia) per indicare che non era fuggito davati al nemico, macchiandosi di viltà. Altro esempio, sempre riportato da plutarco, riguarda la vicenda del filosofo Zenone, il quale tentò di uccidere il tiranno Demilo e, avendo fallito, per non rivelare l’identità dei suoi complici, “con i suoi stessi denti si strappò la lingua e la sputò in faccia al tiranno”.
Vivere dignitosamente, insomma, vuol dire vivere con senso etico, avendo il coraggio di essere chi si è. Perdere la dignità, pertanto, implica negare sè stessi e una volta che si è negato il proprio valore, esso non può esserci restituito, perchè la vita non è un valore, ma una condizione dove il valore può essere vissuto.