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- da interattivamente
- 2 Gennaio 2021
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La psicoterapia come una prova generale per la Vita
Un famosissimo psicoanalista italiano, Cesare Musatti, auto-ironizzava sulla psicoterapia dicendo: “la differenza che passa tra un buon amico e uno psicoterapeuta è che quest’ultimo si fa pagare”… Infatti, molti “critici” definiscono la psicoterapia come l’acquisto di una relazione d’amicizia, banalizzando la complessità del lavoro e della relazione terapeutica e facendo gridare allo scandalo molti psicoterapeuti, sentendosi svalutati nel loro lavoro clinico e non riconosciuti nella loro responsabilità.
Tuttavia, sebbene in questo modo di costruire la psicoterapia sia presente un pizzico di verità, non dovrebbe suscitare particolare clamore da parte degli psicoterapeuti. Anzi!
L’amicizia tra terapeuta e paziente
Come sostiene lo psichiatra Irvin Yalom, l’amicizia tra terapeuta e paziente è una condizione necessaria nel processo della psicoterapia: necessaria ma non, comunque, sufficiente.
La psicoterapia non è un sostituto, un surrogato di una relazione d’amicizia e lo /la psicoterapeuta non è un/una supplente o un simulacro. La psicoterapia, al contrario, è una prova generale per la vita.
In altre parole, sebbene la psicoterapia richieda un rapporto stretto, il rapporto non è un fine, bensì un mezzo per raggiungere un fine.
La vicinanza del rapporto psicoterapeutico
La vicinanza del rapporto psicoterapeutico serve a molti scopi:
- Fornisce un posto sicuro ai pazienti per rivelarsi il più pienamente possibile;
- Offre loro l’esperienza di essere accettati e compresi dopo una rivelazione profonda di sé;
- Insegna delle abilità sociali, ad esempio il paziente impara ciò che è richiesto in un rapporto intimo e impara che l’intimità, la confidenza e l’autenticità sono possibili e persino raggiungibili;
- Il rapporto psicoterapeutico – e forse è la cosa più importante di tutte – serve come punto di riferimento interno a cui i pazienti possono tornare con l’immaginazione.
Avendo raggiunto una volta questo livello di intimità e avendolo costruito insieme all’Altro (lo psicoterapeuta), i pazienti possono coltivare la speranza e anche l’aspettativa di poter vivere altri rapporti simili e di saperli attivamente realizzare con gli Altri.
La psicoterapia è una prova generale per la vita
In psicoterapia accade spesso di lavorare con persone eccellenti come pazienti, ma che rimangono essenzialmente inalterati nella loro vita esterna. Possono relazionarsi bene con il singolo psicoterapeuta, aprendosi, lavorando duramente, catalizzando l’interazione, ecc.. , senza tuttavia applicare alla loro situazione esterna quanto hanno appreso. Detto diversamente, usano la psicoterapia come un sostituto, piuttosto che come una prova per la vita.
Il comportamento nella situazione psicoterapeutica
La modalità del comportamento nella situazione psicoterapeutica ovviamente non è sufficiente: i pazienti devono trasferire il cambiamento nel proprio ambiente di vita. Negli stati finali della psicoterapia è assolutamente doveroso da parte dello psicoterapeuta insistere sul trasferimento di quanto si è appreso. Se è necessario, è bene iniziare a spingere attivamente, a sollecitare il paziente a sperimentare nuovi comportamenti negli ambienti di lavoro, sociali, familiari e di coppia.