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- 1 Gennaio 2025
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La sessualità tra paura dell’ignoto e il peso della norma: Riflessioni sul lavoro terapeutico
La sessualità è uno degli ambiti più intimi e complessi dell’esperienza umana, spesso intrecciata con identità, relazioni e cultura. Nel lavoro psicoterapeutico emergono due dinamiche che meritano una riflessione approfondita: da un lato, la difficoltà di esplorare territori sconosciuti e dall’altro, il peso degli assunti normativi e performativi che influenzano il vissuto sessuale.
La sicurezza del “familiare” come ostacolo al cambiamento
Per molte persone, il disagio sessuale si accompagna a una difficoltà di confrontarsi con l’ignoto. Il nuovo può rappresentare una minaccia per l’identità e per il senso di sicurezza personale, spingendo a preferire schemi familiari, per quanto disfunzionali o dolorosi. Questo meccanismo riflette una tensione tra il desiderio di cambiamento e la paura di perdersi in un mondo sconosciuto.
In terapia, è cruciale riconoscere questa dinamica senza forzare la persona a un cambiamento prematuro. Il terapeuta deve creare uno spazio sicuro, dove il paziente possa esplorare le proprie paure e desideri senza sentirsi giudicato o spinto verso soluzioni preconfezionate.
Il peso degli assunti normativi e performativi
Un altro ostacolo al benessere sessuale risiede negli impliciti assunti normativi che permeano la nostra cultura. L’idea che esista un modo “giusto” di vivere la sessualità, che determinate pratiche siano più “appropriate” o che il comportamento sessuale sia un indicatore di valore personale o di ruolo sociale, può generare un enorme peso psicologico.
Quando una persona chiede aiuto per modificare un comportamento sessuale, spesso questa richiesta è intrisa di tali assunti. Intervenire unicamente per soddisfare questa domanda rischia di rafforzare gli stessi presupposti che alimentano il disagio. Un approccio terapeutico efficace dovrebbe invece aiutare la persona a decostruire questi schemi normativi, esplorando il significato autentico della propria esperienza sessuale.
Una prospettiva terapeutica centrata sulla persona
Il compito del terapeuta è quindi duplice: da un lato, accompagnare il paziente nel superare la paura dell’ignoto, e dall’altro, aiutarlo a liberarsi dagli schemi normativi che limitano la sua libertà espressiva. Questo lavoro richiede sensibilità, rispetto e la capacità di accogliere la complessità del vissuto sessuale, senza giudizio né prescrizioni.
Conclusione
La sessualità non è solo un comportamento, ma un linguaggio intimo che riflette chi siamo. Un approccio terapeutico centrato sulla persona, piuttosto che sulla norma, può promuovere una maggiore autenticità e benessere, offrendo un’occasione unica per riconnettersi con se stessi e con l’altro in modo più libero e consapevole.
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