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- 9 Marzo 2020
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Nuove disposizioni Corona virus – provvedimenti del Centro di Psicoterapia – Sessuologia clinica – Psicologia giuridica InterattivaMente
Gentilissimi pazienti,
scriviamo qui sul nostro sito per aggiornarvi sui provvedimenti che abbiamo preso come Centro clinico.
Abbiamo affisso cartelli informativi in sala d’attesa e in altri punti strategici dello studio, per avvisare i pazienti delle accortezze che terremo e che chiediamo di tenere a loro volta, nel rispetto della normativa emanata.
Abbiamo lasciato solo 3 sedie in sala d’attesa, proprio per garantire il rispetto di almeno un metro di distanza reciproca tra persone. Se sarà necessario, ne disporremo altre lungo il corridoio. Ciò detto, invitiamo a fare in modo che i pazienti (o loro familiari) non sostino a lungo in sala d’aspetto. Ciò vuol dire che è opportuno che siate puntuali e non in grande anticipo rispetto all’ora del colloquio. Laddove i pazienti vengano accompagnati da familiari, in questa fase chiediamo di dare comunicazione di stare fuori dallo studio e di tornare solo qualche minuto prima dello scadere dell’ora.
In bagno abbiamo sistemato amuchina e alcool.
Tutto ciò, in coerenza con le linee guida date dall’Ordine degli Psicologi del Veneto che riportiamo a seguito e in allegato.
Vi ringraziamo della collaborazione sin da ora.
La Direzione
Care colleghe, cari colleghi,
a soli pochi giorni di distanza dall’ultima Newsletter, vista l’eccezionalità della situazione, torniamo a condividere una comunicazione collettiva.
Fermo restando che ogni professionista è tenuto allo stretto rispetto e continuo aggiornamento delle fonti normative, Decretazioni e Ordinanze delle Autorità di Salute Pubblica, facciamo il punto: dopo il DPCM del 1 marzo e quello del 4 marzo, il DPCM 8 marzo introduce una serie di misure ancora più restrittive rispetto ai precedenti, e definisce come zone con limitazioni di movimento tre Province del Veneto: Padova, Venezia e Treviso. Questo porta ad avere un quadro regionale complesso, e in parte diversificato.
In primo luogo, si deve evidenziare che il DPCM prevede che il movimento da/verso le aree a circolazione ristretta sia comunque possibile per “comprovate esigenze di lavoro, situazioni di necessità o di salute”, definizione che ricomprende molte delle attività professionali degli psicologi e dei pazienti/utenti degli stessi.
Cosa posso fare?
– L’attività professionale (“comprovate esigenze professionali e di salute”), sia fuori che dentro le zone a circolazione limitata, può continuare a svolgersi se professionista e paziente sono entrambi asintomatici, e non hanno fattori di rischio; previo ovviamente il rigoroso rispetto delle misure igienico-preventive del Ministero della Salute, già ripetutamente indicate, e che devono essere applicate con particolare attenzione da tutti i professionisti sanitari. Consultate anche il Vademecum sul sito dell’Ordine (in continuo aggiornamento) per informazioni più specifiche.
– Muoversi sul territorio regionale in, da, verso le zone a circolazione limitata: si può fare appunto solo per comprovati motivi di lavoro, necessità o salute. Questo ricomprende il movimento da e verso lo studio professionale/luogo di lavoro del professionista: in caso di eventuali controlli da parte di Forze dell’Ordine, sarà quindi necessario comunicare la natura del proprio ruolo di professionista sanitario che si sta recando al lavoro. Da chiarificazioni del Ministero dell’Interno di ieri sera, è possibile autocertificare la motivazione dello spostamento con apposito modulo a disposizione delle Forze dell’Ordine.
– Allo stesso modo, il paziente che si sta recando presso di voi può dichiarare (autocertificazione) che si sta recando da un professionista sanitario per lo svolgimento di una prestazione sanitaria come motivazione dello spostamento.
– I tirocini post-lauream e di specializzazione possono proseguire (essendo tirocini di professione sanitaria), tranne in caso di diverse disposizioni dell’Ente di riferimento, e sempre nel rispetto delle norme igieniche generali e specifiche della sede di tirocinio.
– Lo svolgimento di attività in contesti Istituzionali pubblici e privati (reparti ospedalieri, Comunità, RSA, Istituti di Pena, Corpi dello Stato, ecc.) può continuare nei limiti e modi definiti dalle rispettive Amministrazioni, rispettando rigorosamente le indicazioni e direttive specifiche dei responsabili sanitari delle stesse, con cui è opportuno confrontarsi.
– Sono attuabili e consigliabili laddove possibile interventi telefonici, videochiamate, consulenze a distanza (sempre nel rispetto delle Raccomandazioni CNOP 2017, ma valutando sempre a cura del professionista l’effettiva applicabilità/utilità dello strumento nella specifica situazione, e i relativi accorgimenti implementativi e di setting).
Cosa non è possibile/opportuno fare?
– Nessun tipo di attività in caso di positività, sintomatologia sospetta (febbre, tosse o dispnea), o contatti a rischio del professionista stesso (ad es., convivenza con caso positivo o sospetto, contatti diretti con casi positivi o sospetti). Contattare telefonicamente il Numero Verde Regionale (800462340), o il proprio medico curante.
– Attività di gruppo, meeting, supervisioni collettive e formazioni di gruppo sono in sostanziale contrasto, per le loro modalità attuative, con le regole di social distancing del DPCM 8 marzo, e come tali vanno rinviate dopo il 3 aprile. Possono essere sostituite da forme di supervisione/intervisione o incontro in modalità telematica.
– Attività a contatto con anziani o pazienti fragili (pluripatologie, etc.) sono da rinviare il più possibile, tranne casi di oggettiva necessità clinica, per ridurre il rischio nei loro confronti (il rischio di mortalità è molto più elevato in queste categorie di pazienti, che devono rimanere il più possibile al proprio domicilio) – cfr. art. 3, comma 1, B. In caso di inderogabile necessità, il professionista dovrà adottare le più rigorose regole igieniche-preventive (social distancing, igienizzazione rigorosa, eventuale mascherina previo confronto con il medico curante e attenzione agli aspetti comunicativi).
– Attività che richiedano contatto fisico ravvicinato con uno o più pazienti (psicocorporee, psicodramma, etc.) sono a maggior rischio, e andrebbero pertanto rinviate o sostituite con altre metodologie che garantiscano il social distancing previsto in norma.
– Attività domiciliari (ad es., interventi ABA, con pazienti impossibilitati a muoversi, ecc.) sono da rinviare o sostituire, ogni qual volta sia possibile, con interventi a distanza (anche per il possibile stato di fragilità o rischio dei pazienti cui spesso tali interventi si rivolgono). In caso di necessità, si fornirà a parenti/caregiver una serie di indicazioni pratiche cui attenersi in questo periodo, e eventuali consulenze a distanza per la gestione di difficoltà o problematiche specifiche (ad es., bambini con gravi disturbi del comportamento). Laddove dovesse palesarsi una inderogabile necessità clinica in casi eccezionali, e previa verifica dell’assenza di fattori di rischio (nessun soggetto sintomatico, sospetto o a rischio nel domicilio) sarà cura e responsabilità del professionista implementare le più rigorose condizioni igienico-preventivo nello svolgimento dell’attività e in seguito alla stessa.
Precauzioni e suggerimenti:
– Social Distancing:
Il distanziamento sociale nei contesti che richiedono prolungata interazione verbale è utilmente elevabile da 1 metro (indicazione Ministeriale ufficiale) a 2 metri, per ridurre ulteriormente il rischio “droplets”: è utile quindi posizionare sedie, tavoli e poltrone (anche nelle eventuali aree di attesa) in tale modo. Si raccomanda di organizzarsi in modo da limitare al massimo contatti tra pazienti in attesa.
– Igienizzazione:
Si raccomanda attenta igienizzazione di superfici di lavoro, giochi, materiali testistici, sedie/poltrone, ecc. dopo ogni uso da parte di un paziente/utente, e lavaggio mani del professionista tra un utente e l’altro. Deve essere reso disponibile un dispenser di soluzione idroalcolica. Ricordarsi di aerare regolarmente i locali di lavoro.
– Set/Setting:
Indipendentemente da modelli teorici di riferimenti o ambiti professionali, può essere utile ed importante affrontare con i pazienti il significato relazionale delle misure di precauzione utilizzate (distanziamenti, igienizzazioni, eventuale uso di presidi, eventuale passaggio a consulenze online o a distanza, interruzione o rinvio di percorsi, ecc.), e le fantasie e timori che possono attivare in relazione al processo clinico in corso.
– Privacy per pazienti:
Al momento, non risultano e non sono state indicate specifiche modalità con cui attestare da parte di un libero professionista l’avvenuta consulenza ad un paziente ai sensi del movimento da/verso le zone a circolazione limitata.
In caso di futura necessità, sarà possibile rilasciare ai pazienti breve attestazione (su loro richiesta) di aver svolto una consulenza professionale il giorno x in sede y, per chi deve rientrare a casa dopo una seduta, da esibire in caso di eventuali controlli.
E’ da chiarire preliminarmente al cliente, laddove dovesse giustificare i propri spostamenti, che il professionista lo potrà confermare in caso di verifica successiva, previa autorizzazione scritta del cliente, limitandosi a confermare esclusivamente lo svolgimento di consulenza nel dato luogo e ora, e senza entrare in alcun modo in informazioni cliniche o personali; questo comporta ovviamente la necessità di esplicare alle Forze dell’Ordine che si è svolta consulenza con professionista sanitario Psicologo.
– Dimostrazione di attività professionale:
Al momento, da chiarificazioni del Ministero degli Interni dell’8 marzo, è sufficiente una autocertificazione.
E’ possibile suggerire, per facilitare eventuali verifiche o future richieste aggiuntive in caso di controlli delle Forze dell’Ordine per chi si muove da/verso zone a circolazione limitata, di portare con sè (laddove disponibile) il tesserino dell’Ordine o mostrare il proprio nominativo sull’Albo per dimostrare la propria professione (tramite visualizzazione – anche da smartphone – dell’Albo sul sito www.ordinepsicologiveneto.it, o www.psy.it).
I dipendenti di cooperative, ambulatori o Enti possono eventualmente chiedere una dichiarazione del datore di lavoro, da portare con sè per dimostrare l’esigenza lavorativa in zona a circolazione limitata; alla data attuale, comunque, tali documentazioni aggiuntive non risultano essere necessarie.
– Risorse Utili:
su https://solidarietadigitale.agid.gov.it è possibile reperire numerose risorse di servizi di comunicazione / piattaforme online che possono facilitare le attività dei professionisti in questo periodo, messe a disposizione gratuitamente da varie realtà private.
Si ricorda inoltre che su www.eduiss.it è possibile accedere gratuitamente al corso FAD ECM (20 ECM) dell’Istituto Superiore di Sanità, aperto a 100.000 professionisti sanitari (quindi psicologi compresi), su “Emergenza Coronavirus”.
Altre informazioni:
– A seguito delle recenti disposizioni, l’attività di ricevimento in presenza presso la sede dell’Ordine è sospesa fino al 3 aprile.
Gli Uffici rimangono comunque pienamente operativi, e sono regolarmente contattabili al telefono e via email.
A breve, comunicheremo le iniziative su cui stiamo ipotizzando di muoverci come Ordine; la situazione è in costante aggiornamento.
– E’ il momento della massima responsabilità, cooperazione e cura di tutti i professionisti sanitari verso di sè, i propri utenti e la Comunità.
Il lavoro quotidiano di ognuno e ciascuno di noi aiuta la popolazione a confrontarsi con le fisiologiche ansie e i problemi complessi di questi giorni, e come categoria professionale dobbiamo svolgere il nostro delicato ruolo con il massimo di impegno ed attenzione.
L’Ordine segue costantemente la situazione e rimarremo ininterrottamente a disposizione di tutti i colleghi, fino a termine emergenza, per ogni informazione e chiarimento.
Ci aggiorneremo regolarmente, un saluto cordiale a tutti.
Luca Pezzullo
Presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto