
- Articoli di Psicologia clinica
- da interattivamente
- 26 Febbraio 2020
- 0
Resistenza al cambiamento: l’ostilità in psicoterapia per la psicoterapia costruttivista
Niente potrebbe illustrare l’approccio fenomenologico di Kelly meglio della sua differenziazione tra aggressività e ostilità. Kelly non è interessato a una definizione dal punto di vista “oggettivo” di un osservatore; si sforza invece di comprendere il significato dalla prospettiva della persona. Anche noi categorizziamo facilmente il comportamento nei termini del suo effetto su di noi, gli osservatori; ma esattamente lo stesso comportamento oggettivo può essere ispirato da differenti ragioni.
Immaginate che voi e un Vostro amico vi stiate avvicinando alla fine di una lunga passeggiata, stanchi e pronti a raggiungere la vostra destinazione. Si presenta una scelta: optare per un percorso che conoscete, poco entusiasmante ma sicuro, oppure seguire il suggerimento dell’amico di provare una nuova strada, sicuramente più interessante. Il problema è che potreste perdervi, o incontrare degli ostacoli che potrebbero allungare la passeggiata. Nasce una discussione nel momento in cui voi optate per il percorso sicuro mentre il vostro amico insiste che è meglio essere avventurosi. Voi non siete convinti, perché vi ricordate troppe occasioni in cui il vostro amico ha sopravvalutato la sua abilità nel leggere le mappe. Per Kelly, questo potrebbe essere un esempio sia di aggressività che di ostilità (o forse un misto dei due).
La persona aggressiva
La persona aggressiva estende continuamente il suo campo percettivo, o elabora continuamente la sua costruzione, come dice Kelly: prova piacere nel fare delle scelte e ama l’avventura. Tende sempre verso qualcosa, andando alla ricerca di nuove distinzioni e di nuove possibilità.
Naturalmente, potrebbe essere una spina nel fianco per il compagno meno avventuroso, che vuole solo una vita quieta. Ma l’aggressività non è un tratto di personalità che si manifesta dappertutto, non è una sorta di impulso che dal profondo della persona lotta per essere liberato: è caratteristica di quelle aree per le quali la persona mostra interesse e sicurezza, e può essere confinata a specifici domini. Le persone possono essere aggressive in questo senso esclusivamente in modo atletico, sessuale o sociale; l’aggressività si può manifestare solo nella collezione dei francobolli o nel modellismo. L’elaborazione è un aspetto essenziale della vita umana, una parte necessaria di costruzioni attuabili, qualunque siano i suoi effetti sugli altri.
La persona ostile
L’ostilità, d’altro canto, è “lo sforzo continuato di estorcere prove validazionali a favore di una previsione sociale che si è già dimostrata fallimentare.
Consiste nell’insistere che abbiamo ragione quando sentiamo di aver torto. Il sistema di significati che abbiamo escogitato non è all’altezza del compito di dare un senso agli eventi. Il nostro sistema di costrutti ha bisogno di revisione, ma siamo riluttanti ad affrontare questa conclusione inquietante, e cosi cerchiamo di far entrare pioli quadrati in buchi rotondi e battiamo sul tavolo insistendo di aver ragione.
Questo potrebbe rappresentare un problema per i nostri amici e compagni proprio come l’aggressività, sebbene derivi da una dinamica del tutto differente. Il sistema di costrutti non è messo insieme per amore di un puzzle intellettuale. Dare un senso alla fiorente e ronzante confusione che ci circonda è essenziale per le nostre faccende quotidiane. Quando le cose non hanno senso, la nostra prima reazione non è quella di smantellare il sistema, ma di cercare di farlo funzionare. La risposta della persona ostile é la perseverazione di una risposta abbastanza naturale.
Se vogliamo capire le persone è fondamentale vedere il loro intento attraverso il loro comportamento
E’ importante osservare che Kelly non afferma che tutte le reazioni che vengono chiamate ostili o aggressive nella vita di tutti i giorni vanno bene con queste descrizioni. Non ci dice che cosa “si intende realmente” quando questi termini vengono usati. Fa notare che non possiamo leggere l’intenzione dal comportamento, e afferma che l’intenzione è più importante. Se vogliamo capire le persone, e, soprattutto, se vogliamo aiutare altri a cambiare, è fondamentale vedere il loro intento attraverso il loro comportamento.
Dobbiamo ricordare che il focus della Teoria dei costrutti personali (TCP) è la psicoterapia, cioè il tentativo di aiutare le persone ad accettarsi e, se necessario, a cambiare. Gli esempi di Kelly sono invariabilmente presi dal mondo della psicoterapia, ed è in questo contesto che egli sottolinea che l’ostilità non appare sempre apertamente distruttiva. A questo proposito fa l’esempio di una madre che tratta la figlia come una bambola, a dispetto della chiara evidenza del contrario. Nonostante l’attenzione e la gentilezza manifestate, la sua reazione è non di meno ostile in quanto forza l’evidenza per adattarla alla sua teoria. Facendo cosi, la madre forse evita l’ansia, la confusione che deriva dal trovarsi di fronte ad eventi cui non si sa dare un senso.