Desiderio sessuale ipoattivo
Se escludiamo le patologie organiche, il trattamento dei disturbi del desiderio sessuale ruota intorno a tre ipotesi che sostengono tre diverse logiche terapeutiche.
Il disturbo può essere la conseguenza di un altro disturbo sessuale in corso, quale ad esempio, una disfunzione dell’erezione, un vaginismo primario, un grave deficit del controllo dell’eiaculazione, o tutto ciò che fa vivere con sofferenza e senso di fallimento l’idea di provare a fare l’amore.
In questo caso, il trattamento è tutto orientato alla gestione del disturbo sessuale primario, risolto il quale ci si dovrebbe attendere di veder comparire un rinnovamento del desiderio sessuale. E’ soltanto un po’ più complicato lavorare con pazienti che, mancando loro il desiderio, non affrontano volentieri il percorso psicoterapeutico. L’evoluzione è favorevole a condizione che il disturbo del desiderio non sia così gravemente cronicizzato da non lasciare più spazio a nessun tentativo di cambiamento.
Il disturbo può essere alimentato da una disfunzione della relazione di coppia, quale, per esempio, una lotta per il potere, per la definizione dei ruoli o per la distribuzione dei carichi gestionali, il ridursi dell’innamoramento e l’interesse reciproco, una richiesta eccessiva ed unilaterale di accudimento, un’intolleranza alla costrizione generata dal consolidarsi del legame o qualsiasi genere di conflitto non risolto, anche se mai dichiarato.
In questi casi, è necessario decidere se proporre una terapia di coppia, una consulenza, una psicoterapia individuale per l’uno o per entrambi i partner, o una semplice presa d’atto dell’impossibilità tecnica di dar loro aiuto.
Molto più raramente si interviene, invece, con una terapia sessuale mansionale e soltanto quando sia ha la sensazione che attraverso una rinnovata intimità si possano ottenere vantaggi sia nella relazione, sia direttamente sul disturbo del desiderio.
Il disturbo può, infine, essere l’espressione sintomatica di una sofferenza individuale non transitoria, per esempio di una sindrome depressiva, di un’anoressia o di un disturbo di personalità. In questi casi la terapia sessuale mansionale è decisamente controindicata, mentre il trattamento elettivo è la psicoterapia individuale, eventualmente associata alla farmacoterapia.