
Disturbo post-traumatico da stress
Quando non si può più tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi del modo migliore per andare avanti
(P. Coelho)
Il disturbo post-traumatico da stress consiste nello sviluppo di sintomi conseguenti all’esposizione ad un fattore traumatico estremo che implica:
- l’esperienza diretta (in quanto vittima o testimone) di un evento che può comportare morte, lesioni gravi (della persona stessa o di altri individui) o minacce all’integrità fisica propria o altrui;
- il venire a conoscenza della morte violenta o inaspettata, di grave danno o minaccia di morte o lesioni sopportate da un membro della famiglia o da altra persona con cui si è in stretta relazione.
Affinché si sviluppi un disturbo post -traumatico da stress non è tanto importante il “che cosa accade”, ma il “modo in cui una determinata circostanza viene vissuta”dalla persona. La risposta deve comprendere paura intensa, orrore o senso d’inermità.
Sintomi
Tra i sintomi caratteristici dell’esposizione ad un trauma estremo compaiono il continuo rivivere l’evento traumatico, l’evitamento persistente degli stimoli associati al trauma, l’ottundimento della reattività generale e l’aumento dello stato di attivazione neurovegetativa.
L’evento traumatico può essere rivissuto in vari modi. Comunemente la persona presenta ricordi ricorrenti e intrusivi dell’evento o sogni sgradevoli durante i quali si ripete l’evento. In taluni frangenti, i pensieri ricorrenti generano valutazioni negative rispetto a se stessi o agli altri, innescando sensi di colpa o percezioni d’inadeguatezza riguardo al proprio comportamento. In rari casi vengono attraversati stati dissociativi di durata variabile, durante i quali la persona si comporta come se stesse rivivendo l’evento in quel preciso momento. Spesso si manifestano intenso disagio o elevata reattività fisiologica dinanzi all’esposizione ad eventi scatenanti che assomigliano o simbolizzano un aspetto dell’evento traumatico.
Reazione
Comunemente, la persona si sforza di evitare pensieri, sentimenti o conversazioni che riguardano il trauma, così come di evitare attività, situazioni o persone che suscitano ricordi dello stesso (fenomeno che può comportare amnesia per qualche aspetto importante dell’evento traumatico). Di solito, presenta anche una riduzione della reattività verso il mondo esterno, nota con il termine di “paralisi psichica” o “anestesia emozionale“. Può lamentare una marcata riduzione dell’interesse verso attività precedentemente piacevoli, un senso di distacco ed estraneità nei confronti degli altri, un’importante riduzione della capacità di provare emozioni o una diminuzione delle prospettive future. Non da ultimo, avverte sintomi persistenti di ansia o di aumento dell’arousal non presenti prima del trauma. I sintomi possono includere difficoltà nell’addormentarsi o nel conservare il sonno, incubi ricorrenti, ipervigilanza, esagerate risposte di allarme, irritabilità, scoppi d’ira, difficoltà nel concentrarsi o nell’eseguire compiti.