
Separazione e divorzio
La separazione è un’impresa di coppia. Come insieme ci lega, insieme ci si separa
(V. Cigoli)
Separarsi o non separarsi, questo è il dilemma …
Nella fase antecedente alla separazione, i partners tendono inizialmente a dimostrarsi restii nel riconoscere che la fonte dello stress e dell’insoddisfazione personale sia da addebitare al rapporto di coppia. Spesso e volentieri la “causa” viene individuata all’esterno, come ad esempio nella mancanza di nuove relazioni e opportunità sociali, nella carenza di interessi extra-lavorativi, nella difficoltà di riuscire a trovare una diversa abitazione o di avere un figlio, ecc.
E’ altrettanto frequente riscontare situazioni in cui: a) i sentimenti di malcontento e insoddisfazione aumentano in maniera progressiva; b) vengono compiuti svariati tentativi di riconciliazione per salvare il legame di coppia; c) i momenti d’intimità divengono sempre più rari; d) i partners non si trattengono dall’esternare i conflitti, anche al di fuori delle mura domestiche.
La durata di questa fase può oscillare da alcune settimane a diversi anni. Gli indicatori sono di solito rappresentati da comportamenti tesi ad incrinare sempre più la relazione: scarsa attenzione verso l’altro; ricorso a toni provocatori e azioni di sabotaggio; diminuzione o azzeramento della collaborazione domestica; intensificazione delle relazioni extra-domestiche; maltrattamenti fisici e/o psicologici. Con l’andare del tempo il malcontento aumenta, le provocazioni si intensificano e la situazione diviene intollerabile, fino a raggiungere il “punto di non ritorno”.
Come lasciarsi … in pace
Nella fase successiva, uno dei due coniugi può giungere ad assumere la risoluzione della separazione, stante il fallimento dei tentativi di rinsaldare l’unione. Contestualmente, si assiste ad un’escalation del tipo:
- affiora una marcata sensazione di angoscia per l’incertezza del futuro;
l’ansia provata induce i coniugi ad aggrapparsi vicendevolmente in disperati tentativi di riconciliazione;
gli ulteriori conflitti confermano il fallimento dell’unione di coppia;
l’idea della separazione viene accolta come ineluttabile: vengono contattati gli avvocati e vengono assunte le decisioni inerenti ai figli e agli aspetti di carattere economico/patrimoniale.
Sempre in tale contesto, i coniugi possono avvertire l’urgenza di avviare un percorso psicoterapeutico di coppia, al fine di approdare ad una maggior comprensione degli schemi comunicativi individuali e relazionali, nonché di rendere chiari i motivi del conflitto.
Fatto questo, laddove rimangano fermi nell’idea di recidere il legame, la psicoterapia assume la funzione di accompagnare il “processo di sganciamento” dai vecchi legami. I membri della coppia necessitano, infatti, di essere assistiti nell’affrontare i sentimenti di colpa, auto-accusa e fallimento che vivono, in modo che l’esperienza della separazione venga utilizzata nel modo più costruttivo possibile e rappresenti uno stimolo alla crescita individuale, piuttosto che un trauma da dimenticare. Il presupposto di base è che occorre aiutali a mantenere un contegno di reciproco rispetto, ad assistere i figli in questa delicata fase di transizione e ad attenuare le annesse ripercussioni psicologiche. L’intervento è, quindi, orientato in termini di “terapia della separazione e del divorzio”, dal momento che agevola la coppia nel dissolvere il legame coniugale.