Sessuologia clinica Terapia individuale e di coppia
Chi è il sessuologo
A livello di senso comune, il sessuologo è riconosciuto come la figura professionale capace ed esperta a cui rivolgersi in caso di problematiche che riguardano la sfera della propria sessualità e in grado in intervenire sulle diverse disfunzionalità che possono ostacolare o rendere difficile una piena espressione della propria vita sessuale. In verità, a livello legislativo e professionale bisogna dire che si tratta invece di una figura assolutamente in via di definizione. Appunto per questa ragione, preferiamo indicare come figura di riferimento per le problematiche psicologiche della sessualità e dei disturbi sessuali, lo psicologo clinco, lo psicoterapeuta e la psicoterapia come trattamento elettivo. Questo, anche in coerenza con quanto deliberato dal Collegio dei professori e ricercatori di ruolo di Psicologia Clinica delle Università Italiane, i quali hanno indicato tra i tanti ambiti di pertinenza della Psicologia clinica proprio la Psicosessuologia.
L’intervento in Sessuologia clinica: la terapia dei disturbi sessuali
L’intervento in Sessuologia clinica è sempre un atto psicoterapeutico, che può essere rivolto alla singola persona o alla coppia. La terapia dei disturbi sessuali e delle problematiche relative alla vita sessuale ha come scopo non solo la dissoluzione del problema sessuale, ma anche il mantenimento del benessere psicosessuale raggiunto. Il modello psicoterapeutico su cui si basa la prassi di intervento clinico, proposto dal Centro di Psicoterapia e Sessuologia clinica di Padova, fa riferimento alla Psicoterapia dei Costrutti Personali (PCP) elaborata da George Kelly .
“Nella Psicoterapia dei Costrutti Personali (PCP) ci si prende cura dell’altro e non si cura, semplicemente, un grappolo di sintomi. L’altro è una visione del mondo, una #storia e il suo modo di raccontarla. Per questa ragione, la diagnosi nella PCP deve essere non un modo di classificare il disagio, ma uno strumento per comprendere la persona nel suo insieme e nel suo movimento, partendo dai suoi significati, dal modo in cui essa li erige e li trasforma in azioni. Una diagnosi, quindi, che ci racconta un processo, rende accessibile una storia, anticipandone le possibili evoluzioni al fine di disegnare assieme un cambiamento.” (Massimo Giliberto)
Il disturbo sessuale
In termini costruttivisti kelliani il cosiddetto “disturbo” in campo sessuale viene considerato come un blocco o “arresto” nel processo di elaborazione del sistema (ossia il peculiare modo in cui ciascuna persona conosce, conferendo significato all’esperienza che fa di sé, degli altri e del mondo) e non come un’entità indipendente ed esterna alla persona stessa. E’ tale nella misura in cui la persona continua ad agire sempre nello stesso modo, per quanto anticipi che esso sia fallimentare e fonte di disagio.
Il disturbo non viene, tuttavia, considerato come la reazione sbagliata a qualcosa o qualcuno, ma come il modo migliore di farvi fronte (soluzione). Non ha nulla di negativo o difettuale. Ciò, in quanto la persona sceglie per sé l’alternativa che permette di elaborare il proprio sistema, ovvero il modo migliore per far fronte ad una data difficoltà. Al fine di comprendere appieno la natura del disagio sperimentato a livello sessuale occorre, quindi, sempre considerare quale sia l’alternativa che la persona ha a disposizione e le ragioni per cui non sia percorribile. Ne segue che lo psicoterapeuta è attivamente impegnato nel comprendere come mai fare qualcosa di diverso diventi eccessivamente “costoso”.