
Sidrome da stress
La difficoltà stessa di vivere può diventare l’unica cosa che tiene in vita alcuni individui
(A. Polgar)
Il termine stress indica uno stato di iper-attivazione psicofisiologica connessa non tanto ad eventi “oggettivamente stressanti”, quanto alla valutazione/interpretazione che l’individuo dà di determinate attività, situazioni e circostanze di vita in rapporto alle risorse di cui ritiene di disporre.
Ciò non toglie che le singole circostanze di vita possano assumere una specifica portata nell’esistenza di una persona, in termini di risvolti fisici, cognitivi, emotivi o relazionali. Tra gli agenti stressanti che portano ad attivare una risposta di adattamento compaiono fattori di tipo fisico e biologico (cambi stagionali, agenti virali, aspetti nutritivi e alimentari, inquinamento, sforzi fisici, traumi organici, ecc.), fattori di tipo sociale (il cui impatto è commisurato alla velocità dei cambiamenti da affrontare) e fattori di tipo psicologico (problemi quotidiani al pari di grandi eventi esistenziali, come ad es. la morte di una persona cara, una separazione o un divorzio, la nascita di un figlio, il pensionamento, ecc).
D’altra parte, gli eventi hanno sempre a che fare con un individuo che li riveste di significati personali e che tenta di gestirli al meglio delle proprie possibilità. In tal senso, non esiste un grado ottimale di stimolazione: c’è chi predilige una vita stabile e tranquilla, chi invece cerca una vita frizzante fatta di continui cambiamenti. Non esistono pertanto precise regole, fatta eccezione per una: la differenza nelle risposte individuali risiede nel “come” la persona vive la situazione.
Tempus fugit
Tipico è il caso di coloro che hanno uno stile di vita caratterizzato da un continuo senso della fretta, da scarsa fiducia in sé, da competitività e aggressività. Il timore di perdere tempo spinge ad occuparsi di più cose contemporaneamente, in una continua lotta con l’orologio. L’insicurezza e la scarsa fiducia in sé spingono, invece, a tentare di compensare il senso d’inadeguatezza attraverso l’impegno e lo sforzo per ottenere risultati sempre maggiori. Il che finisce con l’attivare un circolo vizioso in cui l’insicurezza anziché diminuire aumenta, al pari della tendenza a farsi carico di impegni pesanti e responsabilità.
Questo incessante “darsi da fare” può favorire lo sviluppo di una condizione di frustrazione e rabbia, che accresce la difficoltà nel far fronte agli eventi di vita e il rischio di andare incontro ad una condizione di malattia. Il tutto crea i presupposti di un progressivo logorio, che influisce sulle risorse e le difese immunitarie, minandole alla base e indebolendole. Tra i sintomi comunemente associati allo stress compaiono palpitazioni, secchezza alla bocca, aumento della sudorazione, alterazione dell’appetito, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali, eruzioni cutanee o eczemi, cefalea, cervicalgia, stanchezza, difficoltà di attenzione e concentrazione, ansia, depressione, ecc.